Yan Pei-Ming

Yan Pei-Ming

Visitare Palazzo Strozzi è sempre un onore. Archi, vetrate, scalinate tutto profuma di splendido rinascimento fiorentino. Se poi le mura incoronano un autore illustre come Yan Pei Ming, si incassa una gran bella sosta. Non possiamo parlare però di sosta leggera come per altre fantasiosi esibizioni perché l’autore porta in sé il dramma della morte che si tinge di nero, di rosso, di blu a seconda del periodo della propria vita.
La morte ha il volto dei dittatori, vecchi e nuovi, del Cristo Crocifisso, dei teschi disegnati dalla tac del proprio cranio. Pittore eccelso, acrobata dell’acquarello, Yan Pei Ming è anche un pittore-giornalista degli anni ’70. Durante il suo soggiorno a Roma rimase impressionato dai cadaveri impregnati di dramma di Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini.
Che dire: addentrarsi nella vita di questo grande artista fa sentire profondamente il senso della tragedia insita nell’umanità con un audace spirito di denuncia per tutte le atrocità volute dall’uomo, in primis la guerra che ha volti, colori suoi.
 Dunque dalla ricca mostra, 30 opere,  si evince una carrellata di storie personali, copertine di giornali, filmografia e famose opere d’arte come la Monnalisa che osa il suo ambiguo sorriso in mezzo a tanta tragedia.
Unica luce dolcissima la mamma che richiama le radici, la sicurezza, il nido, il tempio buddista in cui fu cresciuto. A lei è dedicato il bel quadro di paesaggio paradisiaco in cui ella soltanto si merita di riposare in pace.

A Palazzo Strozzi, fino al 3 Settembre 2023

Valentina Niccolai

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